di Chiara Boscaro
regia di Marco Di Stefano
con Valeria Sara Constantin e Diego Runko
progetto La Confraternita del Chianti
produzione Teatro In-Folio
progetto di produzione selezionato e sostenuto da
ScarlattineTeatro – Campsirago Residenza Progetto Cantiere Campsirago
Una donna passeggia tra l’erba e viene morsa da un serpente. Scende agli inferi, la casa di Ade. Di lì non si esce. Orfeo, il suo uomo, non ci sta. La segue, scende anche lui, ma da vivo, e prega il dio finché non gli concede di riportarsi a casa Euridice. A una condizione, però: qualsiasi cosa succeda, lui non dovrà mai voltarsi indietro. Se lui si volta, lei è perduta. Ma che succede se lei, lì sotto, si trova bene? E che succede se questo è l’oggi?
Lo spettacolo cerca di parlare della difficoltà linguistica della nostra generazione (i trenta/quarantenni) di fronte al dolore. Noi sfuggiamo alle definizioni, troppo banali per venire inquadrati e troppo fluidi per trovarci un’identità. Una cosa è chiara, viviamo nel terrore del dolore e della morte, evitiamo di parlarne, ce ne vergogniamo. Se non ne parliamo, non esiste. Ma poi, quando c’è davvero, non abbiamo più parole per parlarne.
STAGIONE TEATRALE 13/14
29.11 * LA CONFRATERNITA DEL CHIANTI
NON VOLTARTI INDIETRO
31.01 * ODEMA'
ACCORDO DI MARE
Tutto nasce dalla sedia su cui un vecchio racconta il suo mondo di ricordi. Tra le voci che riafforano, anche quella di una donna, forse una Penelope, forse una Circe, forse colei che raccoglie la memoria, forse colei che avrebbe voluto viaggiare e non l’ha fatto. Il viaggio, il racconto di una vita parte da una sedia che si trasforma in timone e ponte di una nave. Una bottiglia d'acqua e un bicchiere diventano suono del vento, acqua e onde del mare.
La musica è un canto di sirena che suona dal vivo.
Con il ritmo delle onde come sottofondo, ecco riaffiorare dagli abissi della memoria, storie, musiche e canzoni che hanno sapore di salsedine antica, di spirito corsaro e di nostalgie che guardano sempre al futuro. Storie musicate dalla curiosità di chi ha sempre avuto voglia di andare a vedere cosa c’è dietro l’angolo dell’ignoto.
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
21.02 * ASTORRITINTINELLI
CON TANTO AMORE, MARIO
Lo spettacolo è un frammento in bianco e nero, come una pellicola di Charlie Chaplin e Buster Keaton, malinconico come una canzone di Enzo Jannacci. E’ uno lavoro sempre aperto, sono annotazioni di problemi, invenzioni, partiture, lettere, giornali, mappe di viaggio, incontri.
Il luogo è una stanza o un angolo di una strada…l’anticamera della morte…
Poi c’è l’uomo, Mario (nome comune per uomo comune), un corpo umano, un fragile e poetico imballaggio della speranza di durare fino al giudizio universale. La sua vita sta tutta lì.
Ripercorre le tappe della sua esistenza, andata e ‘futura’ (compreso il suo funerale).
Mostra ciò che gli è rimasto: l’amore per le piccole cose; lui rende pubblico ciò che nella vita dell’individuo c’è di più segreto.
Mario non pronuncia una parola è muto e vuoto come una tomba.
di e con Paola Tintinelli
produzione AstorriTintinelli
07.03 * KYON TEATRO
MALCHEVADA
Malchevada non racconta una storia . Non ci sono dei presonaggi. Né una scenografia. Solo un microfono e delle registrazioni vocali. S'interroga su cosa significhi essere vivi, essere vivi/morti e essere morti veri. Qual è il confine tra questi due stati? Chi può definirsi vivo?
Viviamo nell'oggi, ma possiamo affermarlo ogni secondo? Ci appassioniamo a qualcosa?
Ho conosciuto una ragazza che ha preferito farsi trattare male da un marito ricco piuttosto che rinunciare a una Luis Vuitton.
Essere vivi significa occupare un posto nel mondo e abbellirlo?
Perché noi ci affezioniamo agli oggetti ma gli oggetti non si affezionano a noi?
Mia madre mi chiama al telefono e mi dice sempre: sai chi è morto?
di e con Rita Felicetti e Chiara Verzola
musiche di Chiara Verzola
scene di Rita Felicetti
produzione Kyon Teatro
28.03 * COMPAGNIAVERANDARABBIT
IL GIARDINO - anatomia di una notizia
Lo spettacolo prende spunto da una vicenda realmente accaduta: il caso dell’infanticida francese Dominique Cottrez che, dal 1998 al 2007, uccise otto neonati e seppellì i loro resti nel giardino della sua villa.
Il primo momento è quello della figlia, che, senza mai esplicitamente parlare dell’accaduto, offre uno spaccato della vita della madre. Il secondo momento è quello di una donna che scopre, nel giardino di casa sua, tre corpi di neonati.
Il terzo momento, infine, è quello del bombardamento mediatico; a parlare è una sorta di direttore d’orchestra che dirige il molteplice avvicendarsi di titoli e parole che si scompongono fino a sgretolarsi nell’assurdo.
L’assenza, nel testo, di qualsiasi tipo di giudizio nei confronti dell’infanticida lascia spazio all’accettazione dell’orrore e lascia che il pubblico si interroghi su di esso.
di Maria Teresa Berardelli
con Federica Bognetti e Andrea Tibaldi
regia di Federica Bognetti
assistente alla regia
Alessandro Prioletti
luci di Claudine Castay
produzione CompagniaVerandaRabbit
EVENTO FUORI STAGIONE
15.11 * MAURO MONNI
FELTRINELLI, una storia contro
Il monologo di Mauro Monni, attore e regista fiorentino, racconta la storia italiana dal dopoguerra ai primi anni ‘70 vista attraverso gli occhi e l’impegno politico di Giangiacomo Feltrinelli, fondatore dell’omonima casa editrice.
Scopriremo com’è nato un capolavoro come il Dottor Zivago e come sia stata avventurosa la sua pubblicazione; come Giangiacomo si avvicini alla realtà cubana quasi per caso, arrivando poi ad esserne coinvolto a tal punto da decidere di tentare la rivoluzione anche in Italia.
Infine rivivremo gli anni bui delle stragi di Stato e degli anni di piombo fino al tragico epilogo di Piazza Fontana, alla conseguente clandestinità di Feltrinelli, accusato ingiustamente di esserne stato l'esecutore materiale, e alla sua ancor oggi misteriosa morte.
Lo spettacolo è stato rappresentante per l'Italia al “Festival Internazionale de Teatro de La Habana 2011” a Cuba;
- Vincitore Premio Regia al Festival Calandra 2013;
- Secondo classificato al Festival "Fratelli Cervi 2010".
di e con Mauro Monni
EVENTO FUORI STAGIONE
31.01 * ODEMA'
BINARIO MARE *anteprima
EVENTO FUORI STAGIONE
11.04 * ITINERARIA TEATRO
STUPEFATTO
Ai giovanissimi viene correttamente insegnato che la droga fa male. I ragazzi poi, crescendo, vedono amici che si divertono usando droghe e risultano più estroversi, più allegri. In quel momento il dubbio si insinua nei loro pensieri e i ragazzi, giustamente, cercano di capire: crederanno alle spiegazioni dei propri amici oppure le raccomandazioni di educatori e genitori avranno la meglio?
Partendo da questa premessa, ITINERARIA TEATRO ha costruito uno spettacolo, in forma di narrazione, dal titolo: “STUPEFATTO - Avevo 14 anni, la droga molti più di me”, proposto lo scorso anno scolastico a 5.000 ragazzi dai 12 ai 18 anni di diverse scuole in Lombardia, Trentino e Sicilia con risultati davvero sorprendenti.
tratto dal volume omonimo di Enrico Comi
con Fabrizio De Giovanni
regia Maria Chiara Di Marco
produzione Itineraria Teatro
EVENTO FUORI STAGIONE
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